Prospettive per l’Inclusione dei Cittadini di Paesi Terzi nell’Unione Europea. Alcune Tendenze Contrastanti tra Cittadinanza dell’Unione e Cittadinanza Nazionale – Francesca Strumia

Lo status e le opportunità di integrazione nell’Unione Europea dei cittadini dei paesi terzi dipendono in parte  dalle regole degli Stati membri sull’accesso alla nazionalità, in parte dai diritti di matrice comunitaria collegati alla cittadinanza dell’Unione. Questo lavoro prende in considerazione la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) in materia di cittadinanza dell’Unione e alcune recenti riforme della legislazione sull’immigrazione e la naturalizzazione in una selezione di Stati membri, e ne analizza l’effetto sui diritti dei  cittadini di paesi terzi. L’analisi proposta mette in evidenza alcune tendenze contrastanti nella giurisprudenza e nella legislazione in questione. Le sentenze della CGUE invitano gli Stati membri ad agire nel rispetto del diritto comunitario, e applicando criteri obiettivi, nel decidere sull’inclusione ed esclusione dei cittadini di paesi terzi. Inoltre, la giurisprudenza in questione riconosce alcuni diritti di residenza ai cittadini dei paesi terzi nella penombra della cittadinanza europea. Il percorso giurisprudenziale va dunque, seppure a piccoli passi, nella direzione di una nozione europea di appartenenza. La legislazione sull’immigrazione e l’accesso alla nazionalità negli Stati membri, al contrario, prevede stringenti requisiti di integrazione nella comunità nazionale e riconosce ampi margini di discrezionalità alle autorità preposte a conoscere delle domande di ammissione e naturalizzazione dei cittadini di paesi terzi. Gli Stati membri tendono a richiudersi, in altre parole, attorno alle rispettive nozioni di appartenenza. Il risultato è una dissonanza tra il ruolo dei diritti legati alla cittadinanza dell’Unione e quello delle regole in materia di cittadinanza nazionale nel definire lo status dei cittadini di paesi terzi. Alcune considerazioni conclusive invitano a ripensare le categorie dell’appartenenza in Europa, presenza, residenza, cittadinanza, come primo passo verso la riconciliazione di tale dissonanza.

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Il periodo di ripensamento come strumento di creazione di fiducia nel commercio elettronico – Cristina Barettini

1. Nascita e sviluppo del “cooling off period” negli ordinamenti nazionali; 2. Il periodo di ripensamento nell’ordinamento comunitario; 3. Profili giuseconomici: riequilibrio delle inefficienze di mercato; 4. Il periodo di ripensamento nel commercio elettronico: tutela contro l’errore tecnologico; 5. Alcune conclusioni comparatistiche

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The Consumer Rights Directive and the proposal for a regulation on a Common European Sales Law (CESL) : Do they promote consumer confidence? – Cristina Poncibo

The purpose of this IUSE working paper is to explore the impacts the Consumer Rights Directive and the proposal for an optional Common European Sales Law (CESL) have on the evolution of EU Consumer Law. The aim of both the directive and the Common European Sales Law is to boost consumer confidence, which is inevitable for cross-border transactions. The IUSE working paper, first, introduces the new legislative framework and, then, discusses, by relying on the results of behavioural economics about consumer contracts, whether consumer confidence in the internal market would be really enhanced by the adoption of such measures.

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Le piccole e medie imprese (PMI) e il diritto europeo dei consumatori – Barbara Pasa

Sommario: 1 – Premessa. 2 – PMI e tutela del consumatore. 3 – PMI: un insieme
omogeneo o molteplici sottoinsiemi? 4 – Prassi commerciali sleali o ingannevoli, e
normative di tutela. 5- Behavioral law and economics e fiducia del consumatore. 6-
Fiducia e quadro normativo europeo. 7- PMI e commercio on-line. 8- Quali regole per le
PMI nel commercio on-line. 9 – Critiche alle misure normative europee. 10- Spunti
ricostruttivi.

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